TORTELLI DI PATATE

Ingredienti e preparazione del ripieno
500 gr di patate, lessate e passate allo schiacciapatate insieme ad un cucchiaio di burro.
200 gr di ricotta fresca.
Una manciata di parmigiano.
1 uovo.
Origano.
Una grattata di noce moscata.
Sale, pepe.
Unite tutti gli ingredienti, mescolate, aggiustate di sale e pepe e mettete da parte.

Ingredienti e preparazione della pasta sfoglia
300 gr di farina.
3 uova.
Un cucchiaio d’olio.
Un pizzico di sale.
Impastate tutti gli ingredienti per 10 minuti. Fate un panetto che metterete a riposare, coperto.

Preparazione del sughetto
Fate un battuto con sedano, carota e cipolla. Fate rosolare in padella con un filo d’olio ed un pezzo di burro. Dopo  3-4 minuti che la salsa è in cottura, aggiungete pinoli e funghi champignon. Agitate la salsa ed aggiungete 2 pomodori maturi a pezzi. Fate cuocere ancora per 10 minuti, finché non si  sarà formato un bel sughetto cremoso. A questo punto spolverate con del prezzemolo tritato e basilico fresco. Togliete la padella dal fuoco.

Preparazione del piatto
Spianate, sottilmente, la pasta sfoglia. Metteteci il ripieno e tagliate i tortelli a mezzaluna. Cuoceteli in acqua salata. Scolateli e metteteli nella padella col sughetto. Spolverateli con parmigiano e pecorino e versate un filo d’olio. Se necessario, allungate con acqua di cottura. Potete condirli anche con una passata di pomodoro.

Ricordi legati a questo piatto
Nei tempi andati, questi tortelli venivano cucinati, si e no, una volta l’anno. Il ragù, talvolta, veniva fatto usando le interiora e le ali del papero (in Toscana viene così chiamata l’oca bianca). Le ali venivano cotte, disossate e tritate insieme alle interiora. Insieme ad un battuto di carota, sedano e cipolla, veniva messo il trito. Si sfumava con vino e si lasciava evaporare. Si aggiungeva il pomodoro e si allungava con acqua o brodo. La bollitura avveniva a fuoco basso, lentamente, ed il tutto veniva aromatizzato con una foglia d’alloro, timo e salvia. Si aggiustava di sale e pepe e si lasciava ritirare la salsa e, con questa,si condivano i tortelli.
Anni fa, i contadini allevavano i paperi perché pensavano che tenessero lontane le volpi dai pollai, tipo le oche del Campidoglio. Anche i miei genitori li allevavano, insieme ad altri animali. Quando mi sposai, continuando ad  abitare in campagna, con mio marito mettemmo, anche noi, su un piccolo allevamento di animali da cortile, fra cui due paperi, un maschio ed una femmina. Avevamo anche un cane che era diventato geloso dei paperi e, un po’ per gelosia ed un po’ per divertimento, quando poteva gli correva dietro. Una volta ne afferrò uno per il collo. Quando ce ne accorgemmo, io e mia figlia corremmo in aiuto del papero. Scacciammo il cane e ci avvicinammo al papero. Era rigido come un baccalà. Mia figlia era disperata. Ad un certo punto il papero cominciò a girare un occhio. Faceva finta di essere morto! Lo portammo in casa, avvolgendolo in una coperta e tranquillizzandolo, perché era molto spaventato. Eravamo affezionatissimi a questi paperi. Sono vissuti con noi 12 anni, fin quando la femmina morì. Ce ne accorgemmo perché il maschio cominciò ad urlare, impazzito, come un essere umano. Corremmo a vedere e lo trovammo che, col becco, stava toccando la sua compagna come a rianimarla. Continuò ad urlare per un po’ di tempo, perché aveva capito che, ormai, la femmina era morta. Il maschio sopravvisse un altro anno. Da questa storia abbiamo capito che anche gli animali soffrono per la morte dei loro cari e non sono così insensibili come si può pensare. Non abbiamo più mangiato carne di papero e non abbiamo più allevato animali, se non gatti e cani. Ed ogni volta che sono morti ci siamo presi dei grossi dispiaceri. Diciamo sempre che non ne prenderemo più, salvo, poi, di allevarne ancora di nuovi.

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