Ingredienti
50 g di amaranto, messo a bagno in acqua fredda e sciacquato, 2- 3 volte
50 g di riso basmati
Una carota
Due carciofi
Una costa di sedano
Un ciuffetto di prezzemolo
Potete mettete anche un poco d’aglio, se non vi dà fastidio
Tutte le verdure tritatele nel mixser
Una manciata di parmigiano
Sale, pepe
Un cucchiaio di maizena
Preparazione
Dopo avere sciacquato l’amaranto mettetelo a cuocere in acqua e un poco di sale (l’acqua per cuocerlo deve essere il doppio del peso del seme) fate cuocere a fiamma bassa per 25 minuti, spegnete e aggiungete un filo d’olio, mescolate e coprite
In un’altra pentola, fate cuocere il riso, appena è cotto, scolatelo e fatelo freddare.
Pulite tutte le verdure, tritatele finemente, aggiungetele al riso e all’amaranto (oramai freddi) mescolate, aggiungete il parmigiano, la maizena, sale e pepe.
Con un cucchiaio, prelevate l’impasto, fate una polpetta e passatela nella maizena o nel pangrattato.
Mettete a cuocere le polpette in forno preriscaldato a 180 gradi, per 20 minuti.
Qualche curiosità
L’amaranto proviene dalle Americhe
Gli aztechi lo chiamavano il grano degli Dei, gli attribuivano elevate proprietà nutrizionali.
Non lo usavano solo a tavola, lo consideravano sacro, lo impiegavano nelle cerimonie religiose, lo impastavano con la farina di mais e realizzavano statuine degli Dei, che poi venivano mangiate alla fine del rito.
Anche per la dieta dei Maya l’amaranto era fondamentale, invece gli Inca ne apprezzavano il potere curativo.
Essendo molto digeribile, gli Antichi Romani credevano che allontanasse la sfortuna e l’invidia.
Invece i Greci pensavano fosse la pianta dell’amicizia.
L’amaranto è molto digeribile, essendo privo di glutine è adatto per l’alimentazione di anziani e bambini.