600 gr di farina 00.
200 gr di zucchero.
100 gr di olio.
50 gr di burro.
20 gr di lievito di birra.
20 gr di semi d’anice.
5 uova.
Mezzo bicchiere di Vin santo e marsala .
1 cucchiaio d’acqua di fiori d’arancio.
Vaniglia.
Un bel pizzico di sale.
1a fase
Sciogliete il lievito in acqua tiepida ed un po’ di farina. Fatene un panetto e mettetelo in una ciotola, coperto, a lievitare.
2a fase
Quando il panetto è lievitato, aggiungete 1 uovo, 1 cucchiaio d’olio, 1 di zucchero, 1 di vino e marsala e farina quanto basta. Lavorate energicamente e rimettete il panetto, coperto, a lievitare.
3a fase
Al panetto lievitato aggiungete 2 uova, 2 cucchiai di olio, 2 di zucchero, 2 di vino e marsala e farina quanto basta. Lavoratelo molto bene e rimettetelo, coperto, a lievitare.
4a fase
Riprendete il panetto lievitato ed aggiungete 2 uova, 2 cucchiai di zucchero, 2 di olio, 3 di vin santo e marsala, il burro morbido, la farina ed un bel pizzico di sale. Lavoratelo molto bene e rimettetelo, coperto, a lievitare.
5a fase
Riprendete il panetto lievitato. Finite di impastare con tutto quello che vi è rimasto, compresi i semi di anice. Può darsi che vi manchi un po’ di farina. Dipende dalla grandezza delle uova. In questo caso aggiungetene. Dividete il composto in due panetti uguali e date loro una forma rotonda. Prendete due appositi contenitori di carta per schiacciate dolci (che troverete dove vendono carta e cartoni). Mettete i panetti, ben coperti, dentro i contenitori. Quando saranno raddoppiati di volume, infornateli a 180 gradi per 30 minuti. Controllate la cottura con uno stecchino e, se ne esce asciutto, sfornate. Passate sopra le schiacciate, con un pennello, un po’ sciroppo di zucchero allungato in poca acqua.
Questo dolce veniva e viene, ancora oggi, fatto per le feste pasquali. Quasi tutte le famiglie avevano la ricetta con le loro dosi personali, che venivano custodite gelosamente. La preparazione delle schiacciate iniziata tre giorni prima di Pasqua, sia perché le case erano fredde, ed allora l’impasto lievitava più lentamente, sia perché venivano sfornate quando la Pasqua era, ormai, alle porte ed il loro buon profumo annunciava che, se Dio vuole, la festa era vicina.